
Questo articolo fa parte di quelli di alta fotografia sono, come da indice, già pronti sempre fatti da Francesco, del resto sono articoli che furono pubblicati sulla rivista Fotografare. Ho dovuto, però, impaginarlo, spero di averlo fatto nel modo più vicino possibile al suo. Tutti gli altri saranno pubblicati con la stessa cadenza che usava lui, i due Sarchiaponi non si fermano… Ciao Francesco.
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STILL LIFE
Analizziamo questa tecnica.
Una tecnica fotografica che sembra molto semplice ma che in realtà richiede una grande capacità da parte del fotografo è lo Still life, che in italiano possiamo tradurre con natura morta. Per fotografare un evento sportivo si richiede essenzialmente di non perdere l’attimo giusto che mostra la caratteristica “speciale” dell’evento, mentre quando fotografiamo una natura morta il tempo di preparazione non è fondamentale. Se impieghiamo pochi secondi o volendo esagerare tutta la giornata il risultato sarà lo stesso, ma diventa essenziale la gestione della luce della scena da catturare.
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1 – Fotografia still life. |
Dovendo acquisire una scena statica potrebbe a prima vista far pensare che le regolazioni fotografiche siano facilmente gestibili ma normalmente sia prima dello scatto che durante lo stesso il fotografo è chiamato a gestire tantissimi valori che richiedono una conoscenza tecnica molto spesso ad esclusivo appannaggio di un professionista. Questo è sicuramente il caso della product photography (fotografia di prodotto) dove i prodotti da pubblicizzare sono gli assoluti protagonisti. Per realizzare la fotografia di una boccetta di profumo su un cartellone pubblicitario viene richiesto uno studio particolareggiato ed approfondito in fase preliminare. La realizzazione e la successiva elaborazione sono eseguite di solito da un team di professionisti. Anche i fotografi amatoriali possono però affrontare questo genere partendo da una base tecnologica con costi contenuti. Particolare attenzione andrà posta nella composizione della scena come vedremo successivamente.
A prescindere dalla qualità, e quindi dei costi, i materiali utilizzati dipendono fortemente dai risultati attesi ma in generale bisognerà utilizzare (diamo per scontato l’utilizzo di una fotocamera reflex):
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uno sfondo – volendo enfatizzare il soggetto è normalmente necessario isolarlo dal fondo che deve influenzare nel minor modo possibile la sua visibilità. Si possono utilizzare sfondi di qualunque colore o texture ma quelli più usati sono quelli monocromatici bianchi o neri. Per iniziare è sufficiente un foglio bianco, opportunamente posizionato, di un formato maggiore dell’oggetto da fotografare. Per oggetti di grande dimensione si potrà procedere solo utilizzando uno studio professionale, ad esempio la fotografia di un’automobile.
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Il treppiede – per sostenere la fotocamera. È buona norma utilizzarne uno di altezza adeguata.
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2 – Un treppiede permette di posizionare in maniera stabile la fotocamera rispetto alla scena da acquisire. |
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L’illuminazione – è sicuramente la parte più importante di questa tecnica. La luce viene molto spesso usata diffusa per evitare ombre nette. Si possono utilizzare per gli illuminatori sia dei flash esterni sia delle lampade da studio. Il numero dei dispositivi da utilizzare non deve mai essere inferiore a due (per evitare le ombre nette) e per ottenerne lo scatto simultaneo bisogna che tutti i dispositivi siano collegati con un trimmer. Quando la fotocamera esegue lo scatto il master provvede allo scatto contemporaneo di tutti i dispositivi. I flash esterni sono più piccoli e maneggevoli ma forniscono una potenza ridotta; inoltre bisogna analizzare la fotografia acquisita per vedere i risultati. I flash da studio sono ingombranti ma forniscono molta potenza; inoltre dispongono di una lampada che permette di analizzare subito la scena. Un strumento aggiuntivo economico ed efficace è l’utilizzo di riflettori della luce. Per ottenere l’effetto luminoso desiderato è fondamentale la disposizione dei dispositivi luminosi. Essendo tutti i dispositivi stabili si può sempre utilizzare una sensibilità ISO molto bassa.
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Il tavolo da still life – permette di fotografare oggetti di piccole dimensioni ad una altezza ideale. Oltre ad elevare l’oggetto all’altezza voluta permette anche di gestire in modo ottimale lo sfondo. Troviamo in commercio dispositivi di varie dimensioni che arrivano fino alla misura di 200 per 100 centimetri. I prezzi vanno da meno di cento euro fino a superare i mille euro per un modello di marca.
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Lo shooting box o cubelight (scatola luminosa) – si trovano in commercio con poche decine di euro delle scatole costruite con materiali che permettono il passaggio della luce per fotografare dei piccoli oggetti che vengono posti al suo interno mediante una apertura e che vengono illuminati da luce diffusa prodotta da una o più lampade esterne.
Questa tecnica è molto utilizzata quando vogliamo realizzare una immagine che ci permetta di vendere il prodotto. Risulta necessario attrarre il cliente e quindi non possono essere ammesse le luci insoddisfacenti, una scritta con difficoltà di lettura o fastidiosi riflessi. Se utilizziamo una fotocamera digitale con la post-produzione possono recuperare alcuni errori banali (superfici sporche o riflettenti) ma per ottenere delle riprese di buona la qualità dovremo eseguire in modo adeguato tutta una seria di processi:
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Preparare la scena senza fretta – specie se si stanno facendo i primi tentativi di questo genere non sarà necessario ricorrere alle tecnologie che possiamo trovare in uno studio professionale ma possiamo utilizzare qualunque luogo o attrezzature di fortuna per questo scopo. Ad esempio una tavola vicino ad una finestra e qualche luce aggiuntiva (personalmente ho utilizzato varie volte come base per il soggetto l’asse da stiro opportunamente coperta da un panno di colore uniforme). Ovviamente per un buon risultato è molto importante la creatività con cui il fotografo esegue lo scatto. In questo genere di fotografia il tempo sia di preparazione che di esecuzione assume una importanza molto ridotta. Volendo creare qualcosa di innovativo si può partire dai capolavori eseguiti dai maestri, per questo genere si può trarre grande ispirazione dalle pitture di natura morta di qualunque epoca.
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Scegliere il soggetto – per cominciare conviene scegliere qualcosa di semplice ma nello stesso tempo è necessario che risulti anche interessante. Non conviene non usare oggetti metallici o vetrosi poiché riflettendo la luce lo scatto diventa ancora più complicato ed inoltre non conviene partire da composizioni molto complesse.
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Gestire la luce – sempre per iniziare conviene scegliere delle luci economiche se possibile utilizzare la luce ambiente oppure schermarla per utilizzare tutte luci artificiali. Per una buona ripresa normalmente una sola sorgente luminosa non basta poiché le ombre risulterebbero troppo nette con la conseguente perdita dei dettagli. L’uso di molte luci rende la loro gestione molto complessa.
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Utilizzare un treppiede – per mantenere l’inquadratura durante l’organizzazione dello scatto è necessario utilizzarlo. Servirà anche per variare leggermente l’angolo di scatto fino a poter trovare quello ritenuto ottimale. Naturalmente oltre all’angolo è buona norma variare anche l’altezza della fotocamera.
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Scegliere lo sfondo – nella composizione della scena è molto importante sceglierlo adeguato. Normalmente se viene scelto semplice (una sola tinta) il risultato sarà sicuramente piacevole mentre se viene scelto complicato (una texture) potrebbe interferire con il soggetto primario. Posizionando le luci in modo opportuno si può avere uno sfondo completamente nero a prescindere dal colore di quello effettivo.
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Comporre la scena – è molto importante gestire una corretta composizione per non avere troppi pieni o troppi vuoti (la regola empirica dei terzi ci consiglia di dividere la scena sia orizzontalmente che verticalmente in tre parti uguali, nove settori, e di posizionare il soggetto principale sull’intersezione di queste linee). Altra regola empirica da soddisfare poichè l’occhio umano acquisisce la scena, da sinistra a destra, richiede se non vogliamo dare una idea di velocità di posizionare il soggetto principale a sinistra.
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Sviluppare la creatività – dopo aver scelto la scena si possono variare diversi parametri per avere un effetto migliore di quello originariamente pensato. Possiamo variare oltre a quanto già detto l’ottica utilizzata che ci può così distorcere la scena da acquisire. Con il diaframma possiamo ottenere una messa a fuoco o una sfocatura adeguata. Per questo parametro è importante anche utilizzare un numero corretto di sorgenti luminose; poche luci non permettono degli effetti creativi spinti ma hanno il vantaggio di essere facilmente gestite rispetto ad uno studio specializzato che normalmente viene utilizzato dai professionisti del settore, basta pensare alle fotografie commerciali per pubblicizzare un determinato prodotto.
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Post-produrre il lavoro per rimuovere i difetti – se viene eseguito uno scatto con la dovuta attenzione questo lavoro è sicuramente molto ridotto. Programmi come ad esempio Photoshop permettono di variare moltissimi parametri che non si possono a volte controllare durante la ripresa. Ad esempio possiamo aumentare il contrasto della fotografia che spesso non viene fatto inizialmente. Sicuramente possiamo osservare fortemente ingranditi i particolari della fotografia.
Questa tecnica, come detto, è sicuramente complicata ma ciò la rende anche stimolante per volerla sperimentare. Bisogna provare ad utilizzarla senza preconcetti e con la pratica si riuscirà a superare il limite della propria creatività.
FRANCESCO.
Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista FOTOGRAFARE n° 10 (Ottobre) del 2017 nella rubrica di ALTA FOTOGRAFIA.
P.S. Visto il tempo trascorso dalla pubblicazione va precisato che l’impianto tecnico dell’articolo è sempre valido ma risulteranno poco attendibili le eventuali ricerche di mercato o le scansioni temporali dei prodotti fotografici citati nel medesimo.
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