
Questo articolo fa parte di quelli di alta fotografia sono, come da indice, già pronti sempre fatti da Francesco, questo però è inedito ma, purtroppo, è il penultimo. Gli articoli di alta fotografia sono quasi terminati, non finisce però la voglia di continuare a portare avanti questo sito che insieme abbiamo costruito. L’eredità che ci ha lasciato è la voglia di andare sempre avanti e così farò, finché avrò la forza di farlo. Come per gli altri articoli, anche questo ho dovuto impaginarlo, spero di averlo fatto nel modo più vicino possibile al suo. I due Sarchiaponi non si fermano… Ciao Francesco.
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SCHEMI COMPOSITIVI
Utilizziamo le antiche esperienze pittoriche per i nostri scatti fotografici
Pensavamo che la scena che avevamo davanti ai nostri occhi sarebbe diventata una bellissima foto da mostrare ai nostri amici ma al momento di rivedere lo scatto digitale sullo schermo del nostro portatile, o meglio ancora sullo schermo del televisore ad alta definizione, ci accorgiamo che l’inquadratura non rende come l’originale. Un esempio che personalmente trovo molto fastidioso e quando mi faccio scattare una fotografia da un passante e mi ritrovo con tantissimo cielo e i piedi tagliati poiché la mia testa viene messa al centro della fotografia. L’autore dello scatto ha inconsapevolmente ignorato come comporre la scena.
Analizziamo quindi una serie di regole, spesso non codificate, che ci permettono di ottenere sempre una scena gradevole dai nostri scatti fotografici.
Ovviamente non stiamo parlando di tecniche assolute ma di semplici spunti di riflessione. Risultano però efficaci in molte occasioni e ci aiutano a costruire immagini gradevoli ma sempre secondo la visione soggettiva della persona che le vede. Per arrivare alla loro formulazione partiamo da due diversi tipi di considerazioni.
Le prime sono quelle di ordine psicologico:
- I colori vivaci e la luminosità fanno pensare alla vitalità e alla gioia.
- Le linee parallele ai bordi del fotogramma fanno pensare alla stabilità o alla quiete.
- Le linee inclinate inducono un senso di instabilità e di conseguenza di tensione.
- Le linee curve in prossimità dei bordi non debbono essere interrotte dagli stessi.
Per esprimere il movimento il soggetto deve andare da sinistra a destra (il senso della nostra scrittura).
Va precisato che questi principi non sono veri in senso assoluto poiché dipendono da molti altri fattori che possono cambiarne il risultato come quelli geografici o culturali. Ad esempio il colore bianco nei paesi orientali viene associato al lutto, come l’arancione viene associato alla penitenza; i popoli arabi e gli ebrei scrivono da destra a sinistra e sarebbero possibili tanti altri esempi.
Le seconde sono i principali schemi compositivi:
- La composizione a triangolo: il soggetto viene racchiuso in un triangolo, come ad esempio la fotografia di una montagna.
- La composizione diagonale: il soggetto occupa lo spazio sottostante una delle diagonali del fotogramma oppure lo occupano tutto ma presentano uno sviluppo che la segue.
- Le linee convergenti: il soggetto è formato da linee che convergono verso uno stesso punto creando un forte senso di profondità.
- La cornice: la parte principale del soggetto viene racchiusa dentro altri elementi, a volte privi di dettaglio, dell’inquadratura.
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2 – Si può racchiudere una scena (la basilica) entro una cornice (l’arco in primo piano) per ottenere una diversa visione. |
- L’ellisse: i soggetti disegnano una ellissi, a volte incompleta, o possono esservi racchiusi.
- Gli effetti geometrici: vengono creati utilizzando gli elementi presenti. Si ottengono con l’enfasi di linee o la suddivisione dello spazio in modo appropriato.
- La partizione del campo inquadrato: l’inquadratura viene suddivisa in parti che assicurano l’armonia e l’equilibrio alla composizione.
Partendo dal presupposto che nella fotografia non esistono principi certi abbiamo però una serie di regole compositive che ci permettono di costruire uno scatto fotografico che possiamo definire “bello o piacevole”. Dobbiamo precisare che queste regole sono state ideate ed applicate già dall’inizio del quattrocento da Brunelleschi nei suoi paesaggi che utilizzavano la prospettiva. Queste regole se guardiamo con attenzione le possiamo ritrovare in tanti dei capolavori che l’arte ci ha tramandato. Un esempio famoso ed ampiamente studiato è il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca del 1440 dove oltre lo schema a triangolo è stata utilizzata una simbologia che ripete il numero tre cioè la Trinità.
Possiamo quindi affermare che se vogliamo rendere realistiche le nostre fotografie dovremmo analizzare ed capire le seguenti regole:
- La sperimentazione: non dobbiamo porre limiti alla fantasia poiché e sperimentando che possiamo ottenere sempre nuovi effetti racchiusi in immagini belle ed interessanti. Le prime volte che utilizziamo una attrezzatura digitale non bisogna avere paura di scartare le fotografie che non ci piacciono. La creatività è molto importante per la propria crescita.
- Le linee: l’occhio umano è naturalmente portato a vedere l’immagine da sinistra a destra e se incontra una linea tende a seguirne il movimento. Le linee influenzano in modo determinante il percorso che l’osservatore farà mentre guarda l’immagine. Consideriamo che la vista umana è sensibile non solo alle linee dritte ma anche a quelle curve, in definitiva ogni linea influenzerà la nostra visione.
- Lo sfondo: se non vogliamo fotografare solo un panorama diventa importante enfatizzare il soggetto principale. Se posizionato davanti ad uno sfondo troppo pieno esso tende a perdersi. Specie se utilizziamo un teleobiettivo il soggetto e lo sfondo tendono ad appiattirsi in una sola cosa. Se la scena contiene sia l’orizzonte che il ritratto di una persona è buona norma non posizionare il collo del soggetto all’altezza dell’orizzonte.
- La profondità: La fotografia è naturalmente bidimensionale ed il fotografo deve comporre con cura la scena per aggiungere profondità cercando di indurre l’occhio a staccare i vari elementi.
- Il punto di vista: Il punto di vista è la visione dal mirino della fotocamera della scena. Esso ha un impatto importante nella comunicazione visiva. Si può scattare dall’alto, dal basso, dal dietro, da lontano cambiando la prospettiva della fotografia. Una buona foto di un bambino va scattata sempre alla loro altezza.
3 – Punti di vista diversi ci daranno visioni completamente diverse dello stesso soggetto.
- Simmetria e schemi: la simmetria e gli schemi (pattern in inglese) sono elementi che catturano l’occhio. Rompere la simmetria o il pattern è un ottimo modo per creare foto interessanti.
- Incorniciare l’immagine: per questo scopo si possono usare delle cornici naturali presenti nella scena stessa: alberi, elementi architettonici, ponti, finestre etc. . In questo modo rispetto al soggetto principale si aggiunge profondità.
- Il taglio: per dare maggiore rilevanza al soggetto si può tagliare parte della foto eliminando gli elementi di distrazione. In questo modo si riduce la foto all’essenziale.
- La composizione della scena: si divide la scena in settori utilizzando delle linee. Gli elementi principali dell’inquadratura vanno collocati lungo le linee precedentemente dette. Il punto di incrocio di due linee viene detto “punto forte” ed il soggetto principale va qui posizionato. Ne esistono diversi metodi ma i più famosi sono:
- La regola dei terzi: L’immagine viene suddivisa in nove sezioni da linee immaginarie. Due linee orizzontali e due linee verticali che dividono ogni lato in tre parti uguali. La regola è semplice si tratta sostanzialmente di mettere il soggetto centrato su una di queste linee, oppure nelle posizioni in cui le linee si incrociano. Se la scena presenta delle suddivisioni, esse dovrebbero coincidere con le linee dei terzi. Una ovvia divisione è l’orizzonte che posizioneremo a 1/3 o a 2/3 dell’altezza dell’immagine per rendere la foto piacevole. Diverse fotocamere offrono la possibilità di mettere sullo schermo LCD questa griglia.
- la regola aurea: questa regola si basa sul cosiddetto numero aureo che indica il rapporto tra due lunghezze differenti delle quali la maggiore è la media proporzionale tra la minore e la somma delle due. Identico rapporto lo si deve avere anche tra la lunghezza minore e la loro differenza. Tale rapporto è un numero irrazionale che vale approssimativamente 1,6180. Questo può essere approssimato tramite i rapporti fra due termini successivi della successione di Fibonacci. Utilizzando questa composizione ed unendo i vertici contrapposti dei quadrati con una linea curva otteniamo, con buona approssimazione una spirale. La visione umana enfatizza la visione del soggetto posto alla fine della spirale. A partire da questo valore, si possono costruire una serie di figure lungo le quali far sviluppare l’immagine. La spirale è l’esempio più comune ma non è l’unico, il triangolo aureo ad esempio è stato usato da Leonardo nella Gioconda.
Una fotografia, anche se a fuoco e nitida, composta in maniera errata non colpirà efficacemente l’osservatore. Le regole precedentemente dette servono ad indirizzare l’attenzione sui punti prescelti.
Consideriamo anche di non lasciare ampi spazi vuoti, a tal fine possiamo inserire un soggetto secondario nel posto opportuno. Ad esempio volendo dare profondità ad un paesaggio vasto quando utilizziamo un grandangolare possiamo inquadrare un oggetto in primo piano (un fiore o altro). Ovviamente vale anche il contrario di non riempire in modo esagerato l’inquadratura, bisogna lasciare al soggetto principale lo spazio adeguato. Cerchiamo anche di evitare di posizionare il soggetto principale al centro dell’inquadratura poiché facilmente sembrerebbe un bersaglio.
Con uno sguardo all’arte antica possiamo utilizzare la fantasia per evolvere le nostre esperienze ed ottenere delle fotografie gradevoli, interessanti e soddisfacenti.
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8 – Esempio di utilizzo della sezione aurea. |
FRANCESCO.
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