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30 Giugno 2022

NUOVA VITA PER LE OTTICHE MANUALI

NUOVA VITA PER LE OTTICHE MANUALI

da Paolo Gomez / sabato, 17 Aprile 2021 / Pubblicato il Album fotografici Francesco, Alta Fotografia, Il blog, Per non dimenticare

 In Memoria di Francesco

Questo articolo fa parte di quelli di alta fotografia sono, come da indice, già pronti sempre fatti da Francesco, del resto sono articoli che furono pubblicati sulla rivista Fotografare. Ho  dovuto, però, impaginarlo, spero di averlo fatto nel modo più vicino possibile al suo. Tutti gli altri saranno pubblicati con la stessa cadenza che usava lui, i due Sarchiaponi non si fermano… Ciao Francesco. 

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NUOVA VITA PER LE OTTICHE MANUALI

Possiamo far diventare autofocus un’ottica che non lo è?

L’adattatore TECHART PRO è il primo sistema che permette la messa a fuoco automatica con le vecchie ottiche per le fotocamere che utilizzavano solo la messa a fuoco manuale.

Quando la luce attraversa una lente non piana i singoli raggi che formano la radiazione elettromagnetica si vanno ad unificare in un unico punto che viene chiamato fuoco. Se la lente è convergente il fuoco è posizionato dopo la lente. Se la lente è divergente il fuoco è posizionato davanti alla lente stessa.

1 – Il fuoco è il punto di convergenza dei raggi luminosi quando la superficie della lente attraversata non è piana. Se la lente è convergente il fuoco è posizionato dopo la lente. Se la lente è divergente il fuoco è posizionato davanti alla lente stessa.

 

Per ottenere un’immagine nitida occorre che l’elemento fotosensibile delle macchine fotografiche si trovi nel punto esatto in cui i raggi luminosi della lente convergono: il fuoco. In questo caso diremo che l’immagine è a fuoco in caso contrario diremo che è fuori fuoco o sfocata.

Le operazioni che dobbiamo compiere per ottenere la corretta esposizione nel campo focale vengono definite con il termine “messa a fuoco”. Per una corretta messa a fuoco del soggetto fotografato dobbiamo considerare inoltre anche il concetto di profondità di campo. La profondità di campo dipende dall’apertura del diaframma e dal tipo dell’ottica utilizzata. Essa misura la distanza minima e massima in cui l’immagine risulta ancora a fuoco. La messa a fuoco viene realizzata allontanando o avvicinando opportunamente alcune lenti dell’obiettivo rispetto all’elemento fotosensibile. Questa operazione può essere regolata in modalità manuale o automatica.

2 – L’adattatore TECHART PRO viene inserito tra la fotocamera e la vecchia ottica.

 

L’adattatore è in grado di trasformare un obiettivo manuale in uno autofocus se usato con le fotocamere Sony A7 o Sony A6300. Della prima fotocamera ne sono stati presentate inizialmente tre versione distinte:

  • il modello A7, versione mediana delle seguenti che presenta 24 Megapixel
  • il modello A7 R (risoluzione), versione che presenta 36 Megapixel
  • il modello A7 S (sensibilità), versione con 12 Megapixel ma che arriva fino a 409600 ISO

Tutti i modelli utilizzano un sensore full frame (24*36 mm) con un corpo macchina di tipo mirrorless. L’adattatore è stato ottimizzato per i modelli Sony A7II, Sony A7R II, A6300 e A6500. Non è garantito per i modelli Sony A7, Sony A7R, Sony A7S, Sony A7S2, Sony A6000, Sony NEX.

3 – Fotocamera mirrorless con sensore a pieno formato Sony A 7 RII con alcune delle sue caratteristiche.

 

Utilizzando l’adattatore possiamo continuare ad usare le vecchie ottiche, che spesso presentano una buonissima qualità, ed inoltre le possiamo utilizzare in modo innovativo.

4 – Fotocamera mirrorless con sensore di formato APS-C Sony A 6300.

 

In prima approssimazione possiamo pensarlo come un semplice adattatore tra la fotocamera e l’obiettivo ma in realtà è un sistema più complesso. Infatti oltre a permettere il semplice accoppiamento, interfacciando in modo opportuno i due pezzi, è presente una logica di controllo ed un motore che può allungare o accorciare lo profondità del sistema dove sono alloggiate le due ghiere adattatrici. Lo spostamento massimo è di 4,5 millimetri ma questo valore riesce a garantire una messa a fuoco per la grande maggioranza delle ottiche che possono essere utilizzate. Il sistema utilizza lo stesso principio che utilizzava la fotocamera analogica AX Contax (anno di produzione 1996). Dove veniva variata al suo interno la distanza del piano focale.

5 – Fotocamera analogica AX Contax. È evidente lo spessore maggiore della fotocamera rispetto alle altre.

 

Questa è una reflex analogica con una caratteristica unica per risolvere il problema della messa a fuoco automatica (AF) utilizzando ottiche non autofocus. Se le lenti delle ottiche non possono muoversi per permettere la messa a fuoco, sarà la pellicola a farlo. Un’idea semplice ma che richiede di spostare anche tutto il vano che contiene l’otturatore, lo specchio ed il pentaprisma. In pratica la AX è come due fotocamere una dentro l’altra e lo scorrimento, realizzato utilizzando un micromotore, avviene su una guida in ceramica. Questa caratteristica è subito evidente guardando la maggiore profondità del corpo macchina.
Il vantaggio è che non ci sono limiti alla trasformazione in autofocus di qualsiasi obiettivo, vanno bene sia ottiche originali che universali. L’unico vero limite, dichiarato dal costruttore, risiede nella luminosità degli obiettivi. L’autofocus necessita per funzionare di obiettivi di apertura relativa minima non superiore alla focale 5,6. Viene anche escluso il funzionamento con gli accessori macro. La possibilità di spostamento del piano pellicola è di 1cm (in pratica è come montare un tubo di prolunga di 1cm) che aggiunge alla nostra ottica anche una funzione di “macro”.

L’autofocus si può inserire e disinserire come in qualsiasi altra fotocamera AF. Ha le modalità SAF (Single AutoFocus), CAF (Continuous AutoFocus) e MF (Manual Focusing). Facendo una leggera pressione sul pulsante di scatto avviene la messa a fuoco, mentre aumentando la pressione si può memorizzarla e cambiare inquadratura.
Le recensioni che si possono trovare ci dicono che la l’autofocus della fotocamera non è veloce ma è preciso e raramente va in crisi. Le criticità si presentano in condizioni di scarsa luminosità e specialmente quando il soggetto non rientra nel campo d’azione dell’illuminatore ausiliario.

6 – Schema interno dell’adattatore: oltre all’attacco per fotocamere Sony e quello per ottiche Leica M è presente sia un motorino che permette la variazione dello spessore che un modulo elettronico per la trasmissione bluetooth.

 

Analizziamo ora alcune caratteristiche dell’adattatore TECHART PRO:

  • Permette la messa a fuoco automatica utilizzando ottiche non progettate per questa operazione
  • Il motore che provvede ai movimenti interni è veloce, preciso e stabile il cui uso può essere paragonato con buoni risultati ad una ottica con le caratteristiche native di autofocus. Si ottiene una messa a fuoco precisa e che si mantiene successivamente stabile in meno di un secondo.
  • Supporta la messa a fuoco in modalità AF-S (Auto Focus – One Shot) ed anche la modalità AF-C (Auto Focus – Continous). Questo secondo tipo è molto utile nel caso di soggetti in rapido movimento nel campo di ripresa della scena.
  • Permette di avere una messa a fuoco ad una distanza ridotta da quella che è stata realizzata in fase di progettazione. In questo modo possiamo dire che aumenta le capacità “macro”.
  • È compatibile con la stabilizzazione del sensore che utilizza quella a 3 assi.
  • Permette di memorizzare fino a 10 set di dati per l’obiettivo scelto (lunghezza focale, valore di apertura etc.). la memorizzazione permetterà di effettuare le regolazioni volute in modo più veloce e preciso.
  • È molto robusto ma è anche leggero pesa solo 133 grammi. Il peso massimo, e quindi l’ottica, che può movimentare deve però essere inferiore ai 700 grammi.
  • Al suo interno è stato inserito anche un modulo per la trasmissione Wi-Fi che permette la comunicazione tra l’adattatore ed uno smartphone con installata una applicazione, fornita dal costruttore, per gestirlo in modo avanzato.
  • Non altera in nessun modo la qualità intrinseca dell’obiettivo

Ricordiamo che normalmente un’ottica 15 mm mette a fuoco tra 6.5 cm e infinito; un’ottica 24 mm mette a fuoco tra 15 cm e infinito; un’ottica 28 mm mette a fuoco tra 20 cm e infinito; un’ottica 35 mm mette a fuoco tra 31 cm e infinito; un’ottica 50 mm mette a fuoco tra 60 cm e infinito; un’ottica 90 mm mette a fuoco tra 1,8 m e infinito; un’ottica 135 mm mette a fuoco tra 4,2 m e infinito. L’adattatore non ha problemi con focali sotto al 50 mm mentre con focali più lunghe può essere necessario variare il punto di messa a fuoco.

7 – L’adattatore è compatibile con la stabilizzazione delle fotocamere Sony.

 

L’ adattatore Techart PRO è anche altamente compatibile. È stato progettato e realizzato innanzitutto per le ottiche Leica M con attacco a baionetta. Si può anche adattare ulteriormente per l’utilizzo di altri obiettivi con altri tipi di attacchi (Canon EF / Canon FD / Nikon F / Contax CY / Leica R / Olympus OM / Minolta MD / Pentax PK / etc.) ed in questo modo si possono rivitalizzare anche queste le ottiche di questi tipi.

Vediamo come possiamo usare l’adattatore dopo averlo montato sulla fotocamera insieme all’ottica scelta:

  • Mettiamo manualmente la messa a fuoco sulla posizione di infinito
  • Dobbiamo regolare manualmente al valore voluto l’apertura focale dell’obiettivo. Si può però registrare il valore selezionato mediante l’applicazione sullo smartphone per usarlo in modo ripetitivo
  • Variando la posizione della messa a fuoco sull’obiettivo possiamo ulteriormente aggiustare la profondità di campo. Infatti usando il valore minimo e come se usassimo un tubo di prolunga ed otteniamo un effetto “macro”. A seconda dell’obiettivo utilizzato si possono però presentare degli effetti di vignettatura.
  • Quando l’ottica scelta pesa oltre i 300 grammi, ma sotto i 700, conviene facilitarne le operazioni di messa a fuoco

In internet si possono trovare delle prove e recensioni positive su molti obiettivi, segnaliamo tra le altre:

  • Angenieux 35mm f/2.8
  • Voigtlander Heliar 75mm f/1.8
  • NIKKOR 24mm f/2.8
  • Minolta RF Rokkor 250mm F5.6
  • Carl Zeiss Jena Pancolar 80mm f/1.8
  • Contax G 16mm f/8
  • Diversi obiettivi Leica da un Summicron M 35mm f/1.4 fino alla focale Telephoto 90mm f/2.0 APO Summicron M

8 – L’adattatore è fornito di un modulo per la trasmissione Wi-Fi che permette di usarlo mediante un’applicazione per smartphone. (si possono memorizzare dieci diverse impostazioni)

 

Questo piccolo concentrato di tecnologia è venduto ad un prezzo intorno ai 300 euro. L’idea di poter utilizzare delle vecchie ottiche credo che sia apprezzata da ogni fotografo. Personalmente di piacerebbe moltissimo utilizzare le mie vecchie ottiche Pentax con la mia fotocamera reflex. Ci sarà mai un costruttore che realizzerà questa idea?

 

FRANCESCO.

Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista FOTOGRAFARE n° 6 (Giugno) del 2017 nella rubrica di ALTA FOTOGRAFIA.

P.S. Visto il tempo trascorso dalla pubblicazione va precisato che l’impianto tecnico dell’articolo è sempre valido ma risulteranno poco attendibili le eventuali ricerche di mercato o le scansioni temporali dei prodotti fotografici citati nel medesimo.

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