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18 Maggio 2022

mostra Picasso

mostra Picasso

da Francesco Lerteri / martedì, 26 Dicembre 2017 / Pubblicato il Album fotografici Francesco, Fotografia, Il blog

 

PICASSO

tra CUBISMO e CLASSICISMO

(1915-1925)

 

Natale è come sempre sinonimo di grandi mangiate ma per digerire si può fare anche un’attività culturale. Quindi siamo andati a vederci alle Scuderie del Quirinale la mostra: PICASSO tra CUBISMO e CLASSICISMO (1915-1925).

Pablo Picasso (nome completo: Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno Maria de los Remedios Cipriano de la Santísima Trinidad Ruiz y Picasso) è nato a Malaga il 25 ottobre 1881.Primogenito di Don Josè Ruiz y Blasco (pittore poco noto che insegnava disegno alla Scuola delle Belle Arti) e Maria Picasso y López (donna di origine genovesi dalla quale prenderà il nome d’arte). Già da piccolo rilevò uno spiccato talento artistico e a La Coruña frequentò, a partire dal 1892, i corsi di disegno della Scuola di Belle Arti. La sua adolescenza trascorse tra le grandi città di Barcellona e Madrid, qui venne ammesso ai corsi dell’Accademia Reale San Fernando.

Frequentò la scapigliata bohème barcellonese che bazzicava per Els Quatre Gats (ai quattro gatti) dove maturò le sue tendenze ribelli (a partire dal 1897) e divenne rapidamente uno dei membri maggiormente in vista.

Pablo nel 1900 si recò a Parigi nella Ville Lumière, in occasione dell’inaugurazione dell’Esposizione Universale, dove tra l’altro era esposto un suo dipinto, nelle collezioni del padiglione della Spagna. L’anno seguente adottò il cognome materno come nome d’arte, forse perché era meno comune di Ruiz o per ribadire la propria indipendenza artistica nei confronti del padre. Nel 1904 ritornò a Parigi dove si dilettava a frequentare i cabaret di Montmatre, con una speciale predilezione per Au Lapin Agile.

Nel 1905 visitando Gosol trasse ispirazione per Les demoiselles d’Avignon (5 donne nude in un bordello). Il soggetto è realizzato con un linguaggio clamorosamente innovativo dove le forme e i volumi del dipinto vengono scomposti e ricostruiti secondo il criterio della visione simultanea da più lati presentando in questo modo un aspetto che ignora qualsiasi legge anatomica, è la nascita del cubismo.

Allo scoppio della prima guerra mondiale Picasso conobbe Jean Cocteau che lo coinvolse nella realizzazione di sipari, scene e costumi per Parade, il balletto che stava realizzando per la compagnia dei Balletti russi di Sergej Pavlovič Djagilev. Entrambi partirono per Roma; qui Picasso conobbe i futuristi e venne a contatto con l’arte rinascimentale e classica. A Napoli si accostò all’arte pompeiana e alla tradizione iconografica della maschera di Pulcinella. Contemporaneamente si invaghì di Ol’ga Khochlova, una delle ballerine del balletto, e la sposò nel 1918.

Divenuto ormai famoso partecipò a molte esposizioni ma nel 1939, dal regime di Hitler, fu denigrato come autore di arte degenerata. Tornato in Spagna si ritrovò coinvolto nella guerra civile spagnola. Dovette fuggire in Francia dove per il Padiglione Spagnolo nell’Esposizione Universale di Parigi dell’estate del 1937 realizzò uno dei suoi capolavori: Guernica. Attraverso la monocromia Picasso racconta la drammaticità del bombardamento raffigurando una stanza in cui figurano volti deformi, corpi sfatti e cavalli moribondi, restituendoci una delle opere che meglio incarnano il suo impegno morale e civile.

Nel 1945 alla fine della seconda guerra mondiale si trasferì ad Antibes dove si sentì pervaso da un arcadico senso di joie de vivre, che si riflette pure nelle opere realizzate in questo periodo.

Dopo la seconda guerra mondiale Picasso si iscrisse nuovamente al partito comunista francese e partecipò ad una conferenza internazionale per la pace in Polonia. Importante è l’impegno di Picasso per il movimento pacifista, sua è la diffusione della colomba come simbolo internazionale della pace. In seguito si dedicò con assoluta dedizione alla rivisitazione dell’immenso patrimonio artistico dell’Occidente.

Pablo Picasso morì a Mougins l’8 aprile 1973 per edema polmonare a 91 anni; le sue ultime parole furono «Bevete alla mia salute». Fu sepolto nel parco del castello di Vauvenargues, nel sud della Francia.

 

La sua produzione artistica è divisa in:

Periodo blu

Va dall’inizio del 1901 fino alla primavera del 1904. I dipinti appartenenti al periodo blu sono dominati da toni freddi e spenti, con uso monocromatico del colore blu e delle sue sfumature. Le opere sono popolate da personaggi poveri ed emarginati come ad esempio: esiliati, disperati, arlecchini, detenuti e mendicanti.

Periodo rosa

Va dalla primavera del 1904 a tutto il 1905. i toni diventano caldi medianti il colore rosa con sfumature tenere e chiare, che danno vita a un’atmosfera ingenua, fanciullesca, quasi dolcificata, enfatizzata dalla morbidezza e dall’eleganza del disegno. I soggetti sono circensi come ad esempio: acrobati, bambini, pagliacci panciuti, equilibristi con il costume di arlecchino e fragili ballerine.

Cubismo

Nel 1905 per superare ogni forma tradizionale di rappresentazione del mondo Picasso, influenzato da Cézanne, Gaugin, Van Gogh e Manet, ideò un nuovo modo di dipingere che venne definito cubismo. Quello cubista è stato un modo di dipingere totalmente inedito ed originale. Picasso dipinge oggetti della realtà quotidiana (chitarre, violini, boccali, frutta) frammentandoli in diverse schegge di realtà, viste tutte da angolazioni diverse, e poi finalmente sovrapposte in un nuovo ordine.

 

Di seguito un piccolo estratto fotografico della visita al museo.

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Tratto dal sito ufficiale della mostra troviamo che:

Nel 1917 in Europa infuria la Grande Guerra. Pablo Picasso, che ha solo 36 anni ma è già il grande pittore che ha guidato la rivoluzione cubista, arriva per la prima volta in Italia. A cento anni da quel viaggio che segnò tanto la sua arte quanto la sua vita privata (proprio a Roma, mentre preparava i costumi e le scene per i Ballets Russes di Diaghilev, conobbe Olga), le Scuderie del Quirinale celebrano Pablo Picasso con una grande mostra che conclude le manifestazioni, aperte a primavera, dedicate al gran tour dell’artista spagnolo nel nostro paese.

La mostra dal titolo “Picasso. Tra Cubismo e Classicismo 1915-1925” raccoglie un centinaio di capolavori esposti e scelti dal curatore Olivier Berggruen, in collaborazione con Anunciata von Liechtenstein, con prestiti di musei e collezioni eccellenti, dal Musée Picasso e dal Centre Pompidou di Parigi alla Tate di Londra, dal MoMa e dal Metropolitan Museum di New York al Museum Berggruen di Berlino, dalla Fundació Museu Picasso di Barcellona al Guggenheim di New York.

La mostra si soffermerà in particolare sul metodo del pastiche, analizzando le modalità e le procedure tramite le quali Picasso lo utilizzò come strumento al servizio del modernismo, in un percorso dal realismo all’astrazione tra i più originali e straordinari della storia dell’arte moderna. L’esposizione illustrerà gli esperimenti condotti da Picasso con diversi stili e generi: dal gioco delle superfici decorative nei collage, eseguiti durante la prima guerra mondiale, al realismo stilizzato degli “anni Diaghilev”, dalla natura morta al ritratto.

A Palazzo Barberini poi, nel grandioso salone affrescato da Pietro da Cortona, verrà esposto, per la prima volta a Roma, il sipario dipinto per Parade, una immensa tela lunga 17 metri e alta 11. L’architettura di Bernini sarà la cornice per un emozionante dialogo tra l’opera di Picasso e il grande affresco barocco.

Personalmente ho trovato la mostra molto ben pensata (riferita ad un preciso momento artistico dell’autore) ed anche molto ben organizzata (di buon livello sia le audio guide che la loro esposizione, sono un ausilio prezioso per comprenderla). Se non volete perdervela dovete sbrigarvi ma ne vale la pena.

Inoltre devo dire che mi è risultato particolarmente gradito il tema delle “ballerine”.

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