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  • Il “Segreto” della Bocca della Verità
27 Giugno 2022

Il “Segreto” della Bocca della Verità

Il “Segreto” della Bocca della Verità

da Paolo Gomez / venerdì, 08 Aprile 2016 / Pubblicato il Archeologia1, Il blog, Miti e Leggende

Facendo una passeggiata nei pressi del Tevere, vicino a quei luoghi che la leggenda indica come quelli in cui la lupa trovò i gemelli Romolo e Remo, è possibile notare una lunga fila di persone che entra nel pronao della chiesa di Santa Maria in Cosmedin, la quale sorge sulle ceneri del tempietto di Ercole, per andare a guardare e mettere la mano nella bocca di un mascherone di marmo pavonazzetto. Si tratta della cosiddetta Bocca della Verità, un grande disco di un metro e settantacinque centimetri, murato nella parete della chiesa di Santa Maria Cosmedin dal 1632, su cui è raffigurato un faccione barbuto con occhi, naso, bocca forati e cavi, tale volto è stato interpretato da vari studiosi, come raffigurazione di Giove Ammone, o del dio Oceano, o di un oracolo o di un fauno. In realtà, ipotesi più verosimile, nella Roma antica la Bocca della Verità non era altro che un tombino, i quali spesso riportavano l’effigie di una divinità fluviale che, per così dire, “inghiotte” l’acqua piovana. Un’altra ipotesi è che fosse il chiusino di una cloaca, oppure il coperchio di un pozzo consacrato a Mercurio, Benché non siano stati trovati, nella zona, reperti o prove dell’esistenza di quest’ultimo. A questo punto nasce spontaneamente una domanda, come mai un tombino che smaltiva acque piovane è divenuto così famoso tanto da essere considerato un simbolo della città eterna? Forse tutto cominciò nell’XI secolo, la Bocca della Verità sembra sia menzionata nei primissimi Mirabilia Urbis Romae, una sorta di guida medioevale per i pellegrini, in cui è riportata la frase: “Ad sanctam Mariam in Fontana, templum Fauni; quod simulacrum locutum est Iuliano et decepit eum” che tradotto equivale a: “Presso la chiesa di santa Maria in Fontana si trova il tempio di Fauno; tale simulacro parlò a Giuliano e lo ingannò”. Camminando nel tempo, nel XII secolo incontriamo un testo tedesco in cui si racconta che il diavolo si nascose dietro il mascherone per tentare re Giuliano. Il demonio spacciandosi per Mercurio, protettore dei commerci ma anche degli imbrogli, trattenne la mano del re, che aveva truffato una donna, gliela segregò finché Giuliano giurò di aver agito in buona fede, a quel punto il diavolo gli promise grandi fortune e il riscatto dall’umiliazione subita, se avesse riportato in auge le divinità pagane. Proseguendo nel tempo troviamo, nel XV secolo, il dilagare della fama della Bocca della Verità, si sparse la voce che avesse la capacita di smascherare le donne adultere, le sospettate dovevano infilare la mano in quella che divenne la “Temibile Bocca”, se la mano era mozzata la malcapitata era colpevole e veniva schernita dalla folla che si radunava nei dintorni. Ma le cose non finiscono qui, un’altra leggenda tedesca, sempre del XV secolo, ci narra come un imperatore romano, benché avesse tradito il proprio consorte, riuscì, con astuzia a salvare la mano, una storia simile a quella che circolava in quelli che erano i racconti popolari dell’epoca. Questa storia ci racconta di una donna infedele, che il marito condusse davanti al mascherone per sottoporla al giudizio della bocca della verità, la donna, astutamente, chiese all’amante di presentarsi il giorno della prova e che fingendosi pazzo la abbracciasse davanti a tutti. Il fatidico giorno l’amante eseguì alla lettera ciò che la donna gli aveva chiesto, così quando mise la mano all’interno della bocca la donna tranquillamente giurò che era stata abbracciata unicamente dal marito e da quel pazzo, affermò così la verità e la mano uscì integra dalla bocca nonostante la sua colpevolezza. Sembra che nel medioevo si cominciò a diffondere la voce che fu Virgilio Grammatico, un dotto personaggio del VI secolo, a costruire la Bocca della Verità e poiché questi aveva fama di praticare la magia, la costruì appositamente per quei mariti e per quelle mogli che, dubitando della fedeltà del coniuge, avevano bisogno di conoscere la verità. La storia ci dice che tale nome compare solo nel 1485 e che la “Scultura” da allora fu menzionata nelle curiosità romane, fu riprodotta in disegni e stampe, da ciò si può dedurre che inizialmente era posta all’esterno del portico e che fu spostata nel 1632 durante i lavori di restauro della chiesa voluti da papa Urbano VIII della casata dei Barberini. La logica conclusione è che la Bocca della Verità è celebre nel mondo per la leggenda che l’accompagna, chissà se tutte quelle persone che si mettono in fila ogni giorno lo farebbero ugualmente se fossero a conoscenza che questo monumento, se pur di epoca romana, non è nient’altro che un tombino che serviva a “tracannare” le acque piovane; ma, probabilmente la risposta è che lo farebbero ugualmente anche perché, probabilmente, parte di loro lo fa sapendolo. Sembra proprio che l’immaginazione, la leggenda e la tradizione conta molto di più della storia.

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