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9 Marzo 2021

Fabbriche di Careggine, un paese fantasma.

Fabbriche di Careggine, un paese fantasma.

da Paolo Gomez / sabato, 12 Settembre 2020 / Pubblicato il Città Fantasma, Il blog, L'Italia che non ti aspetti, Viaggiando .....

Fabbriche di Careggine, da uno dei maggior fornitori di ferro della zona a paese fantasma sommerso dalle acque, un’Atlantide italiana… Siamo in Toscana, nella zona della Garfagnana, sulle Alpi Apuane, in provincia di Lucca, nel comune di Careggine. Nel 1947 il paese fu evacuato e iniziò la seconda fase dei lavori per la costruzione di una centrale idroelettrica. Terminati i lavori la diga sbarrò le acque del torrente Edron, affluente del fiume Serchio e il paese si trovò completamente sommerso dal lago che si era formato, il Lago di Vagli. Il centro una volta abitato non è sparito per sempre, infatti, quando l’ENEL, il gestore della centrale idroelettrica, deve fare interventi di manutenzione, svuota il lago, cosa che non avviene certamente in poco tempo, tornano, così, a prendere aria le antiche costruzioni del paese. Chiese, case e strade tonano ad animarsi, non sono i fantasmi degli abitanti che furono, ma turisti e curiosi che vanno a visitarlo, l’ENEL pubblica le date di svuotamento e di riempimento del lago artificiale. C’è un “Però”, molto grande, man mano che la tecnologia fa progressi i tempi delle necessarie manutenzioni si allungano, fino a qualche anno il lago veniva svuotato ogni circa dieci anni, ora non si sa… l’ultima volta fu quella del 1994, ma il tempo passa in fretta e forse mentre leggete quest’articolo il livello dell’acqua sta scendendo. Un po’ di storia, il paese ha origini molto antiche… all’alba del XIII secolo alcuni fabbri ferrai lasciarono Brescia e giunti in questo luogo, fra le Alpi Apuane, decisero di impiantare una ferriera o piccoli opifici, certo è che furono favoriti dalla presenza del Torrente Edron, particolarmente ricco di acque, questi lavoratori bresciani impararono subito a sfruttare la forza motrice fornita dal fiume stesso. Facciamo un salto temporale e giungiamo nel 1755 quando il centro entrò a far parte dei possedimenti Estensi, da quel momento il paese divenne uno dei maggiori fornitori di ferro del governo. Gli Estensi fecero costruire una strada che collegava Modena con la riviera Apuana, Via Vandelli, la quale attraversava il torrente Edron, su un ponte di legno che in seguito fu ricostruito in muratura, la via attraversava il piccolo paese che divenne un centro di comunicazione. Nell’abitato fu edificato un mulino e per ragioni che sembrano ovvie, il piccolo centro beneficiò di agevolazioni per il trasporto dei materiali. I fabbri ferrai, che ormai avevano raggiunto elevate qualità, del resto si tramandavano secoli di esperienze, trovarono un grande appoggio nel Duca di Modena Francesco III d’Este. Il Duca per aumentare l’attività metallurgica concesse, agli abitanti di Fabbriche di Careggine, esenzioni fiscali, esonero del servizio militare e altri vari privilegi. Anche per questo piccolo paese arrivò il momento del declino, Infatti, le ferriere furono attive fino al XIX secolo, cioè fino a quando le miniere delle alpi Apuane si esaurirono o entrarono in crisi. Agli abitanti non restò altro che tornare agli antichi mestieri e così si reinventarono agricoltori e pastori. L’economia di questo centro tornò a risalire all’inizio del XX secolo quando si decise di sfruttare le cave di marmo vicino a Vagli, queste cave divennero economicamente moto vantaggiose, quindi tra 1906 e il 1907 venne edificata una piccola centrale idroelettrica, sull’Edron, per fornire energia elettrica le depositi di marmo. Fu una svolta economica della zona, che però segnò la fine di Fabbriche, nel 1941 si decise di costruire un grande bacino idroelettrico sbarrando il torrente nel comune di Vagli Sotto, nel 1947 iniziarono i lavori per terminare la costruzione della grande diga che finirono nel 1952, alla fine dei lavori la chiesa romanica di San Teodoro con il campanile, il cimitero, il ponte a tre arcate e le trentuno case del paese furono sommerse dall’acqua del lago artificiale, che lentamente si andò a formare. Gli abitanti, che erano solo cento quarantasei, furono trasferiti a Vagli Sotto dove vennero edificate, per loro, nuove abitazioni, creando un’area che riportava fedelmente il piano urbanistico di Fabbriche. Da quel momento, come detto, il lago fu svuotato, per manutenzione quattro volte: nel 1958, nel 1974, nel 1983, nel 1994, ovviamente in queste occasioni tornò a riemergere il vecchio abitato. In attesa del prossimo svuotamento che dovrebbe avvenire nel 2021, non ci resta che fare una passeggiata sul ponte tibetano di acciaio e legno che è stato inaugurato nel 2016. Ora alcuni dati tecnici:

In realtà i primi lavori per la costruzione della diga iniziarono tra il 1941 e il 1943, la ditta che se ne occupò fu la società elettrica SELT Valdarno, che poi divenne ENEL, ma i lavori furono sospesi in concomitanza della seconda guerra mondiale, terminata la quale ripresero e si può dire che nel 1947 si concluse la prima fase. La diga aveva raggiunto l’altezza di sessantacinque metri e cinquanta centimetri, in questo stesso anno il paese fu evacuato e iniziò la sua inondazione. I lavori continuarono con la seconda fase e la diga fu innalzata di altri ventisei metri e cinquanta centimetri, l’opera fu terminata nel 1952, a questo punto era alta novantadue metri e si trovarono sommerse dalle acque del lago artificiale, oltre Fabbriche di Careggine, anche due frazioni di Vagli Sotto: Piari e Pantano. A pieno regime il lago raggiunge quarantatré milioni di metri cubi di acqua, gli scopi dichiarati per cui fu costruita la diga erano: principalmente la produzione di energia elettrica; secondariamente per l’alimentazione delle falde acquifere di Lucca, Pisa e Livorno; poi ancora per regolare, stagionalmente, il corso del fiume Serchio sia per gli acquedotti, sia a scopo turistico e sportivo. Il lago artificiale di Vagli, nella sua funzione primaria, alimenta la centrale idroelettrica di Torrite, che è una frazione di Castelnuovo di Garfagnana, quest’ultima ha una capacità di produzione di centocinquanta milioni di KWH annui. Ora un dato prettamente tecnico prendetelo per quello che è: la diga di Vagli è del tipo a gravità massiccia in calcestruzzo, ha un andamento arcuato, forma un arco di cerchio con raggio di centocinquanta metri al coronamento.

Ma cosa si può vedere dopo che il lago di Vagli viene svuotato? Cominciamo con dire che in estati particolarmente calde il livello delle acque, anche se di poco, si abbassa naturalmente ed è possibile intravedere qualche tegola o qualche pietra degli edifici più alti. Una volta svuotato, però, si può camminare tra i resti del piccolo centro abitato, ed ecco apparire, tra le strette vie, una bella chiesa romanica del 1590, San Teodoro. La chiesa è a navata unica che va a terminare con un’abside rettangolare, nell’edificio vi sono ancora intonaci affrescati, aveva una copertura con volta a botte questa era sormontata da un tiburio ottagonale coperto da una cupola riabbassata, In sostanza esso può essere definito una cupola a spicchi su pianta poligonale. Interessanti sono i pennacchi sferici che vanno a raccordare il tiburio con corpo centrale. Accanto alla chiesa un campanile a pianta quadrata, caratteristico è il ponte a tre arcate lungo la via Vandelli. Poi ancora sono da osservare le case di pietra arenaria e soprattutto i loro portali, così come gli opifici in cui veniva lavorato il ferro, appena fuori dell’abitato vi era il cimitero. Attorno al paese scomparso sono state costruite varie leggende, storie di fantasmi, racconti di voci e di urla che sembrano provenire dal Lago. C’è chi afferma di aver sentito le voci e visto degli spettri aggirarsi nei dintorni, a prescindere da questo Fabbriche di Careggine è un sito spettacolare da ammirare, ma se continua così una persona avrà solo una o due occasioni, nella vita, per farlo.

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Anche in questo viaggio eravamo insieme…. Ciao!

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