Chiesa Santi LUCA e MARTINA
CHIESA dei Santi
LUCA e MARTINA
Attaccato all’arco di Settimio Severo, ma all’esterno del Foro, si trova la Chiesa dei Santi Luca e Martina.
La chiesa ha una piante a croce greca con quattro absidi con i bracci del transetto più corti di quelli longitudinali. La facciata, di forma convessa, fu completata nel 1664. All’interno lo spazio è dominato dall’alta cupola mentre i pennacchi di raccordo sono decorati con i Quattro simboli degli Evangelisti in stucco, opera di Camillo Rusconi. Sull’altare maggiore si può ammirare il San Luca Evangelista che dipinge la Madonna, copia di scuola caravaggesca. Nel transetto è collocata una pala di Sebastiano Conca. Molto bella è la cripta, anch’essa opera di Pietro da Cortona, che riprende in piccolo le linee architettoniche della chiesa superiore. Vi si trovano due rilievi di Alessandro Algardi.
Il nucleo iniziale, dovuto ad Onorio I, fu fondato nel VII secolo e dedicato a Santa Martina. La chiesa decadde in rovina e dopo il restauro fu nuovamente consacrata nel 1256. Fu Sisto V nel XVI secolo, dovendo demolire la chiesa di San Luca della corporazione dei Pittori, con la bolla del 1588 a conferire all’Accademia di San Luca il patronato sulla chiesa di santa Martina “presso l’Arco di Settimio Severo” e San Luca viene incluso nel titolo della chiesa. A cavallo del secolo diversi artisti (Mascherino, Federico Zuccari, Giovanni Baglione) fanno progetti per la ricostruzione della chiesa accademica, ma le opere di ristrutturazione non hanno inizio.
All’inizio del XVII Pietro Berrettini da Cortona, artista caro ai Barberini, ottiene di costruire qui la sua cappella funebre, “con patto che l’avesse a dotare risarcire ed abbellire a suo gusto a volontà”, cioè a proprie spese. Berrettini fa il progetto e comincia a scavare sotto l’altare, dove intende predisporre la tomba di famiglia. Dallo scavo affiora una cassa con resti e una lamina di terracotta con su scritto (ovviamente in latino) “Qui riposano i corpi de’ Sacri Martiri Martina Concordio Epifanio con loro Compagno”. Questo evento favorisce il supporto economico dei Barberini.
Il Cortona, aveva una passione per questa chiesa e oltre a costruire a proprie spese la chiesa sotterranea volle inserirla nel testamento con una rendita di 6.750 scudi. Queste disposizioni sono ancora oggi leggibili su una lastra in marmo sotto il busto dell’artista.
Purtroppo per visitare la chiesa bisogna organizzarsi poiché l’apertura del sito non è frequente.
Di seguito un piccolo estratto fotografico della visita.





























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